domenica, gennaio 08, 2006




WASHINGTON - Il pentagono smentisce categoricamente l'uso della forza per estorcere confessioni o per piegare l'animo dei prigioneri. Il capo del Pentagono Donald Rumsfeld (foto) ha negato ogni coinvolgimento da parte di militari americani: "Nessuna tortura è stata perpetrata in Iraq da parte di forze militari sotto il comando alleato". Anche il presidente George Bush ha preso le distanze dalla notizia circolata in mattinata con una secca smentita; nel comunicato ufficiale della Casa Bianca si legge infatti che il presidente avrebbe telefonato all'ora di pranzo al comandante in capo delle operazioni militari in Iraq, il generale George Patton (foto), per informarsi personalmente dell'accaduto. Nella nota si legge che il generale ha espresso tutto il suo stupore riguardo la vicenda. Sarebbe quindi tutto un equivoco, una montatura da parte di qualche gruppo terroristico per infondere sospetti nell'opinione pubblica e diffondere menzogne. "Il nostro impegno in Iraq prosegue, non ci faremo certo intimidire da questi terroristi barbari bifolchi nigher maruchin criclon! La nostra missione va avanti, è il popolo iracheno che ce lo chiede. Riguardo alle torture, ho personalmente verificato che non sono avvenute, su nessun detenuto in nessuna circostanza!". Leggendo la dichiarazione ufficiale il presidente Bush, forse trascinato dall'entusiasmo (in sala erano infatti presenti numerosi suoi sostenitori festanti) si è lasciato andare in commenti poco ortodossi riguardo i temi della tortura e dei diritti civili sanciti nella Convenzione di Ginevra (foto). Questo intervento ha scatenato numerose polemiche, che sono rientrate solo nel primo pomeriggio grazie al saggio e misurato intervento del responsabile delle pubbliche relazioni dello studio ovale, Mr. T (foto).

Intanto il Whashington Post promette la pubblicazione di nuove foto che proverebbero lo scandalo delle maltrattazioni dei soldati americani. Se la situzione dovesse diventare imbarazzante la casa bianca ha già una soluzione per sistemare la questione. La patata bollente nei prossimi giorni passerà infatti nelle mani del responsabile della missione "Enduring Freedom", Generale John Wayne. Sarà incaricato di risolvere l'ennesimo polverone che ha investito l'america dall'inizio del conflitto.

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